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Come verrà gestito lo smart working dopo la fine dello stato di emergenza?

Lo smart working agevolato diventa legge nella Gazzetta Ufficiale, con la conversione del decreto Rilancio.

Il nuovo testo dell’art. 90 aggiunge il riconoscimento del diritto allo smart working agevolato anche a quei lavoratori appartenenti alla categoria delle “persone fragili”: ovvero maggiormente esposti, a rischio di contagio da virus SARS-CoV-2019.
Per il resto, non sono presenti variazioni. Il lavoro da remoto resterà in vigore «fino alla cessazione dello stato di emergenza che dovrebbe terminare il 31 di luglio», anche se vocifera già di una proroga fino al 31 ottobre.

Continua a non essere necessario, allo stato attuale di emergenza, l’accordo tra datore di lavoro e lavoratore: lo smart working agevolato è interpretato come una deroga alla Legge 22 maggio 2017, n. 81 che regola lo smart working ordinario.
La semplice richiesta, da parte del lavoratore, determina l’obbligo del Datore di lavoro ad acconsentirne fino a che non cesserà lo stato di emergenza. Nel caso in cui venisse ripristinata la situazione antecedente al periodo Covid-19, si tornerebbe alla disciplina precedente che richiede espressamente l’accordo tra le due parti.

Fino a che non cambierà lo stato attuale delle cose, non sarà però obbligo del datore di lavoro fornire devices e connessione al lavoratore: per attrezzare le postazioni, infatti, potrebbe essere necessario affrontare investimenti e costi, anche se in parte recuperabili in detrazione.

A tale proposito, alcune Regioni italiane (come Lazio e Lombardia), si sono organizzate prevedendo detrazioni fiscali specifiche per lo smart working.

Nel caso della Lombardia, l’iniziativa è finanziata con i fondi del POR FSE 2014-2020 – ASSE I “Occupazione”, a valere sull’Obiettivo specifico 8.6, Azione 8.6.1 e la sua copertura finanziaria è di 4.500.000,00 euro.


Possono fare domanda tutti i soggetti che esercitano attività economica e che, al momento della presentazione della domanda, risultano in possesso dei seguenti requisiti:


• essere imprese regolarmente iscritte alla Camera di Commercio di competenza;
• essere soggetti, in forma singola o associata, non iscritti alla Camera di Commercio, titolari di partita IVA.


Il valore del voucher verrà stimato in base alla tipologia di azione scelta e in rapporto al numero totale di dipendenti delle sedi localizzate sul territorio di Regione Lombardia.
Il bando è già attivo e sarà possibile accedervi fino al 15 dicembre 2021, salvo esaurimento delle risorse.

Il Piano Colao ha invece indicato la necessità di monitorare l’utilizzo attuale del telelavoro nel contesto sia delle Imprese che delle Pubbliche Amministrazioni, al fine di implementare eventualmente modifiche alla normativa vigente.

Come abbiamo anticipato, finora il lavoro “agile” è stato considerato soltanto come mezzo agevolato per ridurre le occasioni di contagio.

Il Piano Colao, invece, suggerisce l’adozione di un codice etico dello smart working, con specifica attenzione ai tempi extra lavorativi (tra cui impegni domestici e cura familiare) nonché in ottemperanza alla legge n. 81/2017 (stesse ore lavorative e giornate come da contratto nazionale.
Si parla di lavoro da remoto agevolato anche per i funzionari della Pubblica Amministrazione che svolgono mansioni compatibili con il lavoro da casa, circa i quali il termine ultimo sarebbe fissato al 31 dicembre.
Il riferimento normativo è dato dall’art. 263 del Decreto Rilancio, pensato con lo scopo di assicurare la continuità dell’azione.

In attesa della Legge di conversione, parrebbe che attualmente il 50% dei dipendenti pubblici sia collocato in smart working “emergenziale”. Sembrerebbe che dal 2021 ed entro la fine di ogni anno, come da emendamento, ciascuna PA sarà tenuta ad elaborare un “piano organizzativo per il lavoro agile” – cosiddetto POLA –fino ad estendere al 60% la platea dei dipendenti pubblici potenziali fruitori di lavoro da remoto.

Le Amministrazioni dovranno quindi organizzare il lavoro dei propri dipendenti, garantendo una erogazione dei servizi ottimale. E’ stato quindi istituito, presso la Presidenza del Consiglio, un Osservatorio che ha il compito di monitorare e promuovere l’efficienza del lavoro agile nella Pubblica Amministrazione.

Il lockdown sembrerebbe quindi aver agevolato la via alla digitalizzazione, in vista di un nuovo modello organizzativo.
Si intravedono i margini per una nuova disciplina legislativa dello smart working diffusa a tutti i settori.
In sostanza, lo smart working si trasformerebbe da misura di contenimento a misura strutturale.

Molte sono le opinioni sul punto, alcune favorevoli ed altre contrarie. In particolare, ci si sofferma spesso sul problema legato alla perdita dell’interazione umana, ma questo è un argomento sul quale ci soffermeremo più avanti.

Fonti:

https://www.investireoggi.it

https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/lo-smart-working-agevolato-diventa-legge-ecco-cosa-cambia/