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Primi ultimi o a metà? Come siamo messi in classifica

Quando si parla di talenti, di imprese e di lavoro bisognerebbe avere anche un’idea di quelle che sono le situazioni macroeconomiche.

Molto spesso, ascoltando l’informazione dei main stream, ci facciamo delle opinioni che sovente, approfondendo possono rivelare molte sorprese.

Si sa che ognuno tira l’acqua al suo mulino ma le classifiche internazionali, anche se potrebbero anch’esse non essere precisissime, ci danno però un’idea di massima.

Basta essere un pochino curiosi, saper bene cosa andare a cercare, fare un giro su internet e ci si rende conto, solo con l’aiuto dei numeri, come siamo messi.

Allora, come siamo messi? Dove si colloca il nostro Bel Paese nelle situazioni più scottanti?

Ricordiamoci che le classifiche contano ben 180 Paesi circa.

La ricerca su internet ci fornisce dei dati interessantissimi, eccoli:

Patrimonio storico culturale   SIAMO AL PRIMO POSTO AL MONDO

Ma poi

PIL mondiale                            8° posto, al primo gli USA, poi la Cina, poi il Giappone

Miglior sistema sanitario        17°posto al primo c’è l’Austria, poi l’Olanda, poi la Danimarca

Indice di sviluppo umano       29° posto al primo c’è la Norvegia, poi la Svizzera, poi l’Irlanda.

Disoccupazione UE                  Italia 3° posto, al primo c’è la Grecia, poi la Spagna

Livello di istruzione                 30° posto al primo c’è l’Australia, poi Belgio, e Danimarca.

Libertà di stampa                    41° posto al primo c’è La Norvegia, poi la Finlandia e poi la Svezia

Indice di corruzione                60° posto il primo è il meno corrotto ed è la Danimarca, poi la Nuova Zelanda poi La Finlandia, poi la Svezia.

Inquinamento                           al 1° il sub continente indiano, Italia 46° nel Mondo e al 14° su 32 in Europa.

Mi fermo qui poiché penso di aver toccato i punti più importanti di questa semplice analisi.

La politica ed i media dovrebbero avere più umiltà quando parlano di modello Italia.

Il patrimonio culturale ci arriva dal passato ma tutti gli altri aspetti qui sopra elencati dipendono dalle scelte di politica sociale ed economica.

Queste non le fa più Giulio Cesare, ma le fanno le persone che governano ed amministrano in questi anni.

I numeri ci dicono che occorre ancora tantissimo impegno per migliorarci.

Marco Brambilla