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Uno sguardo all’industria 4.0 in Italia

La crisi del 2010 ha portato, in Italia, ad aumentare la spesa per ricerca e sviluppo anche nelle piccole e medie imprese dopo un crollo nel 2009 come testimonia il grafico sottostante:

 fonte: www.met-economia.it

Le aziende hanno, quindi, provato a reagire investendo sulle tecnologie disponibili per cercare di recuperare competitività anche a livello internazionale.

In questo quadro si inseriscono anche le tecnologie legate all’industria 4.0, nello specifico:

Possiamo notare come la maggioranza delle imprese non abbia affrontato interventi legati all’industria 4.0 e non abbia intenzione di affrontarli a breve, tuttavia la propensione all’investimento aumenta al crescere della dimensione aziendale. Questo rappresenterà un problema futuro specialmente nei confronti dei paesi come la Germania che stanno pesantemente investendo e implementando i paradigmi 4.0

A livello locale, la diffusione delle tecnologie 4.0  è maggiore al Nord rispetto al Sud.

Le tecnologie che stimolano maggiormente le aziende italiano sono quelle legate all’uso di dati     e informazioni mentre le tecnologie operazionali e di produzione sono le meno ricercate:

Inoltre, purtroppo, le aziende italiane dimostrano di non aver compreso che i nuovi paradigmi legati all’industria 4.0. Per portare vantaggi significativi le tecnologie 4.0 necessitano di essere integrate tra loro e di essere utilizzate in maniera sinergica lungo tutto il processo produttivo in senso sia verticale sia orizzontale, mentre come possiamo notare nel grafico successivo:

Le aziende sono interessate a implementare un ristretto numero di tecnologie 4.0.

Un interessante grafico è il seguente:

Come si può notare il principale obiettivo dell’implementazione delle tecnologie 4.0 è l’aumento della produttività aziendale e del miglioramento della qualità, mentre la riduzione del personale è un obiettivo di poche aziende. Rimangono interessanti anche i dati relativi alla flessibilità della produzione e all’apertura di nuovi modelli di business.

Di grande interesse sono i dati relativi al confronto tra personale impiegato in aziende classiche e quello impiegato nelle industrie 4.0:

Le imprese 4.0 hanno in media più addetti ma il dato veramente interessante è quello relativo alla figure dirigenziali, notiamo che nelle industrie 4.0 i dirigenti apicali laureati sono molti di più rispetto a quelli delle industrie classiche inoltre sono mediamente più giovani e dinamici.

Di rilevante interesse è anche il modo di affrontare la carenza di competenze (un aspetto cruciale e decisamente sottovalutato nel nostro Paese) dei dipendenti:

fonte: www.met-economia.it

Le imprese 4.0 sono le più attente alla carenza di competenze. Effettuano un maggior numero di assunzioni, formano maggiormente il personale interno e hanno meno timore di rivolgersi a figure di consulenza e esterne, solo poche sono ‘ immobili ‘ e non compiono alcuna azione.

È importante sottolineare che in ambito 4.0, le soft skill rappresentano un elemento essenziale: chiaramente le competenze strettamente tecniche (ad es. in ambito big data, IoT) sono spinte ad un livello molto avanzato ma all’interno delle nuove industrie è fondamentale lo sviluppo di capacità di analisi, problem solving, cooperazione e coordinamento, attività di project management, business development.

Infine è importante notare i seguenti due grafici:

fonte: www.met-economia.it

Interessante è notare come siano le imprese 4.0 a registrare sia il maggior aumento occupazionale sia il maggior decremento.   Per quanto riguarda il fatturato aziendale si nota come cresca al crescere del tasso di ‘4.0’: le aziende tradizionali si collocano all’ultimo posto, al secondo posto troviamo quelle con interventi 4.0 in programma e al primo posto le imprese 4.0 vere e proprie. Per il calo del fatturato notiamo esattamente l’ordine inverso.